Guerre stellari (3)
Proseguiamo con la terza parte dell'articolo d'epoca che racconta il dietro le quinte di Guerre stellari.
Per assicurare un senso di realismo a
questo marchingegno spettacolare, George Lucas aveva pensato di utilizzare
uno stile documentaristico. Fin da quando erano studenti, sia Lucas
che Lippincott erano rimasti impressionati dallo stile del direttore
della fotografia inglese Gil Taylor, che aveva firmato Repulsion,
Tutti per uno, Il
dottor Stranamore e Frenzy.
“Per me”, ricorda Lippincott, “è stato il migliore direttore
della fotografia degli anni '60. Un tipo incredibile. Roman Polanski lo
considerava il suo operatore preferito, e anche Alfred Hitchcock stravedeva
per lui. Hitchcock provò persino a portarselo in America”. Anche
Lippincott del resto aveva lavorato con Hitchcock prima di dedicarsi
a Guerre stellari. “Ma
Gil aveva in mente qualcosa di diverso”. Il direttore della
fotografia vedeva in Guerre stellari un
dramma a fosche tinte, un action brillante, e anche l'occasione per
sfruttare in modo creativo l'uso del colore e angolazioni insolite.
Così il risultato finale è stato una combinazione di questi due
approcci, artistico e documentario. “Gil non ha dato a Lucas lo
stile documentaristico che stava cercando, ma penso che in ultima
analisi il film non ne avesse bisogno” conclude Lippincott. “Penso
che, con il senno di poi, anche George se ne sia accorto”.
La
sede principale della produzione erano presso gli stabilimenti della
EMI alla Elstree, a Londra, dove circa 30 set sono stati costruiti,
sfruttando 8 grandi teatri di posa (il nono teatro era riservato agli
Wings, il gruppo di Paul McCartney). La troupe di Guerre
stellari si procurò di tutto
(studi, set, apparecchiature, fornitori, tecnici) per ben tre mesi
prima di cominciare a girare. C'era infatti una scadenza
irrinunciabile: riuscire a preparare tutto il necessario per girare
le scene nel deserto in Tunisia, prima che iniziasse la stagione
turistica. (…) La troupe in realtà arrivò in ritardo in Tunisia e
i problemi iniziarono subito. Intanto incontrarono un tempo terribile
(caldo, freddo, pioggia, vento), che non si adattava alle riprese del
film. Però, facendo gli straordinari e sfruttando ogni giorno buono,
alla fine Lucas riuscì a girare tutto, lasciando la Tunisia soltanto
con pochi giorni di ritardo rispetto al programma di lavoro
originale.
Anche
la sequenza della locanda è stata piena di problemi. Per riuscire a
concluderla, una volta tornati a Londra, la troupe adottò un orario
alla francese: le riprese iniziavano a mezzogiorno per proseguire poi
ininterrottamente fino alle otto di sera. Per non perdere tempo,
c'era soltanto un furgoncino con buffet al lato del set. Lucas era
determinato infatti a rendere questa scena qualcosa di
indimenticabile per tutti gli appassionati di stravaganze
fantastiche. Nella storia, Luke e Ben portano i due robot alla città
portuale di Mos Eisley, dove devono reclutare un pilota mercenario
che li porti nello spazio senza fare troppe domande. Nella locanda
incontrano un affascinante avventuriero senza troppi scrupoli, Han
Solo, un contrabbandiere e pirata che pilota una vecchia astronave
tenuta insieme con il fil di ferro. Come si legge nella
novellizzazione: “Luke si trovò incredulo appena entrato nella
locanda... Non riusciva a credere alla gran varietà di creature che
si trovavano al bar. C'erano alieni con un occhio solo e altri con
cento occhi, creature con la corazza e creature con la pelliccia.
Dietro al bancone c'era un gigantesco insettoide che si muoveva
veloce come un'ombra...”
Il
truccatore di Guerre Stellari era
Stuart Freeborn, che qualcuno ricorderà per i costumi da scimmia
visti nel prologo di 2001: odissea nello spazio.
Freeborn aveva creato il costume di Chewbacca, la spalla di Han Solo,
e stava lavorando sulla varie creature della locanda, quando
improvvisamente si è ammalato. Essendo già in ritardo sulla tabella
di marcia, Lucas non ha avuto scelte e non ha potuto aspettare
Freeborn, dovendosi accontentare dei costumi già disponibili.
“Freebon è uscito dall'ospedale quando avevamo appena finito la
scena, per cui purtroppo non abbiamo potuto avvalerci della sua
partecipazione, che ci sarebbe stata molto utile”, ricorda
Lippincott. I limiti della scena preoccupavano molto Lucas, per cui
una volta finite le 17 settimane di riprese a Londra, il regista
convocò il disegnatore McQuarrie e lo scrittore Ron Cobb,
chiedendogli consiglio. “Alla fine, George ha praticamente rifatto
tutta la scena, aggiungendo molte nuove creature. La sequenza finale,
in ogni caso, è molto diversa da come era stata originariamente
prevista”. [continua]
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