L'impero colpisce ancora: intervista a Irvin Kershner

Vi raccontiamo il dietro le quinte di L'impero colpisce ancora (sequel di Guerre stellari), iniziando con un'intervista al regista Irvin Kershner, pubblicata originariamente su Starlog nel maggio 1980.

L'impero colpisce ancora - Guerre stellari

Irwin Kershner è un nome nuovo per molti appassionati di fantascienza, ma in realtà le sue credenziali sono davvero impressionanti. Il suo primo film è stato G-Men della V squadra, piccolo ma teso dramma sociale anni '50. I suoi successivi lavori per il cinema e la televisione riflettono questa attenzione per gli aspetti intimi e drammatici della narrazione. Le sue quotazioni sono salite con Carta che vince, carta che perde (1967) e il kolossal televisivo I leoni della guerra (1977), con Peter Finch e Charles Bronson. Se dopo questo ultimo lavoro qualcuno avesse ancora dubbi sulla capacità del regista di coniugare insieme il gusto per l'azione con l'approfondimento dei personaggi, qualsiasi perplessità dovrebbe definitivamente sparire dopo aver visto La vendetta dell'uomo chiamato cavallo (1976, uno dei pochi sequel a non sfigurare accanto all'originale) e il terrorizzante Gli occhi di Laura Mars (1978). Kirshner è un lettore di fantascienza fin dall'infanzia e dichiara di aver molto amato film come Il pianeta proibito e Ultimatum alla terra, per cui ha idee molto chiare su come affrontare il genere (...): “La migliore letteratura fantascientifica ha sempre una base filosofica, impossibile da restituire sul grande schermo. Credo sia per questo che l'adattamento televisivo di Cronache marziane sia risultato così insoddisfacente, perché i meriti del libro riguardavano soprattutto la scrittura letteraria di Ray Bradbury. Quando si gira un film di fantascienza si deve quindi evitare un approccio troppo filosofico, che rischierebbe di diventare oscuro, puntando invece molto sugli aspetti visivi ed emotivi che differenziano il cinema dalla letteratura. In fondo, le emozioni non sono certo meno importanti dell'intelletto. Proprio per questo, credo che L'impero colpisce e il primo Guerre stellari siano due film molto profondi, perché i personaggi sono trattati come immagini mitologiche, rubate al mondo dei sogni. Quello che li rende realistici, però, è il comportamento umano che gli attribuiamo. Basta pensare a Chewbacca, personaggio che ho sviluppato e che in L'impero colpisce ancora ha un ruolo molto più importante. L'ho reso più vulnerabile, perché l'abbiamo mostrato esasperato, arrabbiato e anche frustrato. Tutti aspetti che lo rendono umano”.

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